Quali sono i lavori usuranti
I lavori usuranti sono quelli che richiedono un impegno psicofisico molto intenso in modo continuato; in particolare rientrano in tale definizione tutte quelle mansioni che, per loro natura, possono incidere in maniera significativa su vari aspetti, quali l’esposizione al rischio professionale o l’aspettativa di vita del lavoratore.
Le varie tipologie di lavori usuranti:
In base alla più recente normativa (e in particolare al d.lgs. 67/11, che rimanda al decreto del Ministero del Lavoro del 19 maggio 1999 e al d. lgs. 374/93) rientrano nella nozione di lavori usuranti quelli che implicano lo svolgimento delle seguenti mansioni:
- lavori all’interno di gallerie, cave e miniere e in ambiti sotterranei, svolti in modo prevalente e continuativo;
- lavori in cassoni ad aria compressa e quelli svolti in spazi particolarmente ristretti, ad esempio nell’ambito delle costruzioni navali o all’interno di pozzetti e intercapedini;
- lavori svolti dai palombari;
- mansioni che comportano l’esposizione ad alte temperature e quelle relative alla lavorazione del vetro cavo (es. soffiatori);
- mansioni di asportazione dell’amianto, quando siano svolte con carattere di continuità e prevalenza;
- lavori in linea catena nell’ambito di processi produttivi in serie caratterizzati dalla ripetizione costante del ciclo lavorativo;
- lavori di conduzione di mezzi pesanti con almeno 9 posti destinati al servizio di trasporto pubblico.
I lavori notturni
Nell’analisi su quali sono i lavori usuranti occorre tenere presente anche i lavori notturni svolti su turni di almeno 6 ore, comprendenti la fascia tra la mezzanotte e le ore cinque, per un minimo di 78 giorni all’anno; in alternativa, è considerato lavoro notturno anche il turno di almeno tre ore ricadenti nella fascia oraria sopra indicata, svolto per l’intero anno. Godono dei benefici pensionistici, ma con requisiti leggermente differenti, anche i lavoratori che hanno svolto lavori notturni per un numero di minimo 64 o 72 giorni all’anno.
Lavori usuranti e pensione anticipata: i requisiti
I lavoratori cha hanno svolto mansioni usuranti possono ottenere il diritto alla pensione anticipata accumulando, tra età e contributi, una quota pari a 97,6. Tale quota deve essere raggiunta con un’età di almeno 61 anni e 7 mesi e con un’anzianità contributiva almeno pari a 35 anni.
Ulteriore condizione per beneficiare della pensione anticipata è che i lavori usuranti siano stati svolti per almeno 7 degli ultimi 10 anni dell’attività lavorativa, per le pensioni decorrenti fino alla fine del 2017. Con decorrenza dal 1° gennaio 2018, invece, occorre che le attività usuranti siano state svolte per un periodo pari ad almeno la metà della vita lavorativa dell’interessato.
Se il limite contributivo è raggiunto anche con la contribuzione da lavoro autonomo, i requisiti richiesti sono aumentati di un anno.
La pensione di vecchiaia
Si può notare come il requisito relativo all’età, sopra esaminato, rifletta il trattamento di favore operato dal legislatore nei confronti di tali lavoratori.
Infatti, per chi ha svolto lavori usuranti non opera lo scatto relativo all’innalzamento dell’aspettativa di vita. La pensione di vecchiaia, per tali lavoratori, matura ancora a 66 anni e 7 mesi e non a 67 anni, come invece avviene per la generalità degli altri lavoratori. In tal caso, però, è necessaria un’anzianità contributiva pari a 30 anni.
Altre opzioni per chi ha svolto lavori usuranti
Giova ricordare, infine, che se il lavoratore che abbia svolto mansioni usuranti ha anche versato un anno di contributi entro il 19° anno di età, può godere della pensione anticipata riservata a determinate categorie di lavoratori precoci, con il solo requisito di 41 anni di contributi.
Articolo di Marco Sicolo